giovedì 10 febbraio 2011

IL PRETE UBRIACO

IL PRETE UBRIACO
La sveglia ad orgasmo suono’ per la quinta mattina successiva e quella mattina mi decisi che l’avrei buttata dalla finestra per due motivi : il primo strettamente personale era che appena la sentivo anche mezzo assonnato com’ero,dalla mattina presto mi veniva già voglia di scopare e poi perché Micki dell’appartamento accanto era già un po’ di giorni che mi diceva che si sentiva chiaramente dalla sua camera da letto le grida di una donna che prima piano e poi sempre più forte,godeva sempre di più fino a che non la staccavo. La donna della sveglia appunto.”Sai” mi diceva,”i bambini sentono tutto e poi pure mia moglie,non gli concilii il sonno”. La moglie faceva la puttana ad ore in un motel sulla statale. Quindi staccai la donna orgasmica,mi accesi una sigaretta ancora seduto in mezzo al letto,poi mi alzai e la buttai dalla finestra vicino ai bidoni della spazzatura.
Mia madre mi aspettava quella mattina,per farsi dare un passaggio a messa. Le gambe non la reggevano più facemmo il patto che solo per due volte al mese ero disposto a portarla in pasto ai preti a farsi finire di imbabbuccare.Una di queste volte che l’accompagnai,un figlio di puttana che usciva dal cortile della chiesa,mi venne addosso con la sua auto fiammante e dato che aveva torto marcio ed era un gran credente questo tizio di mezza età,con gli occhiali e quattro capelli impomatati sulla testa,voleva avere per forza ragione e mentre mia madre già sapendo come avrei reagito, evitava di guardarmi con la sua borsetta sopra gli occhi, io gli rifilai al tizio una raffica di vaffanculo che mi sentì anche il prete dalla sacrestia che uscì immediatamente.Dopo un po’ il prete stesso mi assicurò che a un accordo poi ci  saremmo arrivati,ma io continuavo ancora a sparare come un mitra orde di “va a cagare”.Alla fine quel tipo tamponatore della società,se ne andò lasciandomi la sua targa,ma io fui lo stesso scocciato dall’accaduto e soprattutto dal fatto che la mia macchina ora, era diventata del tutto inguardabile. Ritornata un po’ di pace mi misi a legare il parafango che non si teneva da solo ed il prete mi si avvicinò e mi disse “tu non andrai mai in paradiso” ed io gli risposi che se esisteva un paradiso,ci dovevano mandare solo perché già vivevamo questa vita,in questo mondo. E poi il paradiso nel mio immaginario non collettivo,era un mondo che mi sapeva di morte,perché pochi ci pensavano che in esso ci sono solo persone che sono morte.”Eppure non è cosi’ figliolo” mi disse lui ed io allora gli risposi che non ho mai sentito di un vivo che è andato e ritornato dal paradiso e per questo chi ci andava (ammesso che ci andava) non vi ritornava più proprio perché appunto era morto. E lui mi disse che la vera vita era quella in paradiso,ed allora io gli proposi di organizzare un suicidio di massa e lui mi disse che non era la stessa cosa,che così si andava all’inferno ed io gli dissi che non poteva esistere un altro inferno peggio di quello in cui già vivevamo e dove esistevano tanti figli di puttana come quello che mi aveva tamponato. Allora all’improvviso mi chiese sedendosi su una panca all’interno dell’oratorio,che lavoro facessi e che titolo di studio avessi ed io gli risposi cosa importava,tanto nelle migliori delle ipotesi,sono sempre gli altri a tentare di decidere quanto valiamo e che nelle ipotesi peggiori non ci calcolano nemmeno, perché hanno da calcolare i loro protetti aggiungendoci i punti che ci sottraggono a noi. E poi continuo’ a dire che la vita è altrove ed io dissi che la nostra stupida vita è questa e non ce la sappiamo nemmeno prendere bene e cosi’ dicendo andai nel portabagagli della mia auto e sfilai un paio di birre da una cassetta che ero passato prima ad acquistare e gliene porsi una ma lui disse che solo in rari casi beveva e poi tra poco aveva un funerale e allora ne bevvi io tutte e due mentre lui mi guardava con la voglia matta di bere e mentre parlavamo di altre stronzate in genere,presi altre due birre per me dalla macchina,e guardandosi attorno ne accetto’ una dopo che gliel’avevo di nuovo offerta. E quindi mi domandò, io a quale categoria di esseri umani appartenessi, ed io risposi che se potevo apparire come un essere umano ero di quelli che riflettevano molto,maledetto boia, e così mi distruggevo prima la vita ecco perché mi aiutavo un po’ con la birra,perché il mondo degli uomini si divideva in due categorie : esseri pensanti ed esseri striscianti e dissi “padre,anche lei appartiene alla prima categoria,ed è un pregio mi creda,ma è anche una scocciatura,un paio di palle soprattutto per il tuo cervello”,e allora lui disse che c’aveva un sacco di guai con i nipoti e i fratelli e stava pure in causa,lui un prete,per questioni di eredità,e mi diceva tutto questo mentre io sfilavo lattine di birra dal mio catorcio e bevevamo,soprattutto lui che si lascio’ prendere dalla mano,e poi anch’io un po’ brillo gli parlai delle donne perché lui giurò che non aveva mai visto una donna in vita sua,nuda naturalmente,perché per lui la gioia era stato il seminario e la parrocchia e niente più ed io gli ripetei che la gioia e’ una donna nuda che te la da’,e lui allora disse che io ero un diavolo,quel giorno mandato chissà da chi ed io a ribattergli che il diavolo non poteva esistere perché non esistevano nemmeno gli angeli e lui a ridere e a bere. E continuava a dire che si sentiva bene dopo aver alleviato i peccati di una povera donna venuta a confessarsi,ed io gli dissi che si sarebbe sentito meglio con una donna nuda nel confessionale a fare cose che non erano affatto peccato. Poi si fece l’ora del funerale ed io dissi che giacchè c’eravamo dovevamo approfittare della nostra carne dato che questa si imputridiva sotto terra un giorno, ed oggi era toccato a questo povero uomo o donna che stava venendo in chiesa per la sua ultima benedizione ed io sperai che nella sua vita,donna o uomo che fosse stato,avesse scopato tanto e si fosse imbevuto della luce del sole anche quando le sue giornate erano state più nere che bianche. E il prete rideva,era proprio brillo ed io mi volevo divertire e far vedere alla gente che un prete è soprattutto un uomo se non è proprio un frocio e lo volevo mandare ad officiare sull’altare e dissi “padre il corteo sta arrivando” e lui nell’orecchio di uno di quei ragazzoni paffuti da oratorio disse qualcosa che non sentii ed io “padre!” e lui “non ti preoccupare la messa la dice il vice parroco per oggi”.
E alla vista della bara che entrava mi disse” va figliolo,e portami un’altra birra”.

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